La domanda deriva da un passaggio in 1 Pietro che dice: “perché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gl'ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte nella carne, ma vivificato dallo Spirito, nel quale egli andò anche a predicare agli spiriti che erano in carcere, che un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate attraverso l'acqua.” (1 Pietro 3:18-20) Questo testo può sicuramente confondere i Cristiani che credono che l’anima “dorma” nella morte. Alcuni ritengono che Cristo letteralmente discese nelle profondità della terra e predicò alle anime perdute che vivono nel limbo. Ma questo è molto lontano dal messaggio reale del testo e dà un’impressione pericolosa ed errata riguardo al fatto che una persona possa in qualche modo essere comunque salvata dopo essere morta da perduta. Prima di tutto, è da notare che Pietro qui si riferisce a Genesi 6:3: “E l'Eterno disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo, perché nel suo traviamento egli non è che carne; i suoi giorni saranno quindi centovent'anni.” In secondo luogo, è da notare come Cristo predicò a questi spiriti. Lo fece secondo lo Spirito, riferendosi allo Spirito Santo. Quindi qualsiasi cosa Cristo fece nella predicazione a quel tempo, lo fece attraverso lo Spirito Santo. Quando è stata fatta questa predicazione? “quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè mentre si fabbricava l'arca”. Pertanto, la predicazione è stata fatta mentre l’arca veniva costruita – quando Noè metteva in guardia il mondo prima del diluvio. Alla fine, a chi è stata indirizzata la predicazione? “Agli spiriti che erano in carcere”. In tutta la Bibbia, questa terminologia è usata per descrivere coloro che sono confinati nella prigione del peccato. Davide pregò “Fammi uscire dalla prigione” (Salmo 142:7). La missione di Gesù era quella di proclamare “l'apertura del carcere ai prigionieri” (Isaia 61:1). Pietro qui ci sta semplicemente dicendo che era lo Spirito di Cristo che predicava attraverso Noè nei giorni prima del diluvio. Gesù era lì, attraverso lo Spirito Santo, per parlare con convinzione ai cuori e lanciare un appello ai perduti ad entrare nell’arca. La domanda per voi è questa:” Siete prigionieri nella prigione del peccato di Satana?” Gesù, grazie alla chiamata dello Spirito Santo al vostro cuore, vi sta invitando a ricevere la salvezza in modo tale da poter essere liberati. Fonte: Inside Report second quarter (Amazing Facts)
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Guardiamo innanzitutto alle parole dell'apostolo Paolo in Colossesi 2:14-17: “Egli ha annientato il documento fatto di ordinamenti, che era contro di noi e che ci era nemico, e l'ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. ... Nessuno dunque vi giudichi per cibi o bevande, o rispetto a feste, a noviluni o ai sabati; queste cose sono ombra di quelle che devono venire; ma il corpo è di Cristo.” Quando alcuni leggono dei giorni di Sabato che erano ombre e che sono passati alla croce, pensano che Paolo si riferisca al Sabato settimanale, il quarto dei dieci comandamenti. È corretto? È importante capire bene, perché la nostra interpretazione del significato reale dell'apostolo può condurci a una verità più profonda o a un errore più profondo. Due Sabati In primo luogo, nella legge dei Dieci Comandamenti non c'è nulla che riguardi il cibo, le bevande, le feste, i noviluni o i giorni di sabato (al plurale). Tutte queste erano in realtà leggi separate che Dio aveva dato per la salute fisica e spirituale del suo popolo dell'Antico Testamento; queste erano chiamate leggi cerimoniali. In secondo luogo, Paolo ha scritto chiaramente che stava parlando di “sabati, che sono un'ombra di cose future”, e non del Sabato settimanale, che è un memoriale di qualcosa che è accaduto nel passato, alla creazione. Il contrasto tra un'ombra e un memoriale è abbastanza chiaro. Infatti, il quarto comandamento non ci dice di osservare il settimo giorno come un modello di qualcosa che verrà. Dice: “Ricordati del giorno di sabato, per santificarlo. ... poiché in sei giorni l'Eterno fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e il settimo giorno si riposò; perciò l'Eterno ha benedetto il giorno di sabato e l'ha santificato.” (Esodo 20:8, 11). Inoltre, per dimostrare che aveva in mente qualcosa di diverso dal Sabato settimanale, Paolo menziona distintamente i “sabati”, al plurale, “che sono un'ombra delle cose future”. (La parola “sabato” in greco può essere singolare o plurale, secondo il lessico di Strong e quello greco). Feste e ombre La versione di Re Giacomo ( corrispondente all’italiana Diodati NdR) usa la parola “holyday = giorno santo o festa” e alcuni sostengono che si riferisca al Sabato settimanale, mentre l'espressione “giorni di sabato” si riferisce ai sabati annuali. L'American Standard Version usa “giorno di festa” invece di “giorno santo”, e questa è probabilmente una traduzione più chiara. La parola tradotta “giorno santo” deriva dal greco heorte, e in Giovanni 5:1 questa stessa parola è usata per designare una delle feste annuali degli ebrei: “Dopo queste cose, ricorreva una festa [heorte] dei Giudei; e Gesù salì a Gerusalemme”. Questa è uno delle feste di cui Paolo parla e che è stata inchiodata alla croce. Le “ombre” citate da Paolo indicavano Gesù come Salvatore dal peccato e venivano osservate in questa prospettiva. Ma il Sabato settimanale è stato creato per l'uomo prima che il peccato entrasse nel mondo, prima che l'uomo avesse bisogno dell’espiazione. Le ombre che indicano la Sua morte come espiazione per il peccato, sono state istituite solo dopo il peccato. Pertanto, poiché il Sabato settimanale è stato istituito prima del peccato, proprio come l'istituzione del matrimonio, non era un'ombra della morte di Cristo come Salvatore dal peccato; e la Sua morte non ha posto fine al giorno del Sabato così come non ha posto fine al matrimonio. Sia il Sabato che il matrimonio sono arrivati a noi da un mondo perfetto. Il linguaggio di Paolo mostra che si stava riferendo alle cerimonie in ombra che puntavano in avanti e terminavano alla croce. Notate ancora una volta, con attenzione, le sue parole in Colossesi 2:14: “Egli ha annientato il documento fatto di ordinamenti, che era contro di noi e che ci era nemico, e l'ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce”. Paolo menziona che queste leggi erano “contro di noi” e “contrarie” a noi. Sarebbe forse contrario ai cristiani astenersi dall'idolatria, dall'usare il nome di Dio invano, dal disonorare i genitori, dall'omicidio, dal furto, dall'adulterio, dalla menzogna e dalla cupidigia, i peccati rimproverati dai Dieci Comandamenti? Quindi, l'apostolo deve aver parlato di un'altra legge, quella che imponeva le offerte di cibo e di bevande, l'osservanza delle feste, dei noviluni e dei sabati annuali. Perché queste leggi sono contro di noi? Perché l'osservanza di queste cerimonie dopo la morte di Cristo sarebbe contraria alla fede cristiana? Il sabato annuale della Pasqua comportava l'uccisione di un agnello che rappresentava Gesù, l'Agnello di Dio. L'apostolo Paolo insegnava direttamente: “La nostra pasqua infatti, cioè Cristo, è stata immolata per noi.” (1 Corinzi 5:7). Pertanto, continuare ad offrire un agnello sacrificale dopo la Sua morte implicherebbe che Gesù non abbia compiuto l'espiazione. Tale osservanza sarebbe contraria agli insegnamenti del cristianesimo. Anche molti altri requisiti ombra della legge cerimoniale indicavano la morte di Gesù sulla croce. Tutte queste feste, offerte di cibo e bevande e sabati inchiodati alla croce, Paolo dichiara che sono “un'ombra delle cose future”. Poi aggiunge: “Ma la sostanza è di Cristo”. Cioè, la sostanza che proiettava queste ombre era il corpo di Cristo sulla croce. Pensate a questo: nel tardo pomeriggio, quando un albero alto proietta la sua ombra verso est, si può partire dall'estremità più lontana dell'ombra e seguirla finché non si arriva all'albero che proietta l'ombra, e lì l'ombra cessa di essere. Allo stesso modo, possiamo risalire al momento in cui “per mezzo di un solo uomo [Adamo] il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte”, e lì un Dio misericordioso ha promesso di inviare un Redentore (Genesi 3:15), un Sostituto, per morire al posto dell'uomo. Per ricordare continuamente all'uomo questo fatto e per fornirgli un mezzo per esprimere la sua fede nell'imminente sacrificio, Dio istituì queste cerimonie. Tutte queste cerimonie erano incluse nella legge che non era scritta su tavole di pietra. Seguiamo queste cerimonie ombra dall'Eden fino al tempo di Mosè, e poi attraverso il viaggio nel deserto e per centinaia di anni dopo l'insediamento a Canaan, e infine fino al Calvario - e lì cessano. Quindi sarebbe “contro di noi” e “contrario” alla nostra fede osservare queste cerimonie dopo la morte di Gesù. Non è così per l'altra legge. È altrettanto necessario astenersi dall'idolatria, dall'usare il nome di Dio invano, dal disonorare il Sabato, dall'omicidio, dall'adulterio e dal furto dopo la croce come prima. Infatti, è stata la violazione di questi principi a causare la morte di Cristo. Se fossero stati messi da parte o cambiati per assecondare la mente carnale, Gesù non sarebbe morto. Ora, con queste verità davanti a noi, leggiamo di nuovo Colossesi 2:14-17 e vediamo come Paolo ha rivelato chiaramente che non intendeva dire che il Sabato settimanale del settimo giorno fosse stato inchiodato alla croce: “Egli ha annientato il documento fatto di ordinamenti, che era contro di noi e che ci era nemico, e l'ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce….. Nessuno dunque vi giudichi per cibi o bevande, o rispetto a feste, a noviluni o ai sabati; queste cose sono ombra di quelle che devono venire; ma il corpo è di Cristo”. Fonte: www.sabbathtruth.com Alcuni insegnano che Ebrei 4 definisce il comandamento del Sabato del Decalogo come una legge tipo modello che anticipa il riposo spirituale in Cristo. Considerano il Sabato nello stesso modo in cui i sacrifici dell'Antico Testamento indicavano la morte espiatoria di Cristo sulla croce. Insegnano che una volta trovato il “riposo spirituale” in Cristo, non abbiamo più bisogno di osservare il giorno di Sabato e che l'osservanza del settimo giorno è una forma di schiavitù e un atto di opera personale. È vero che il messaggio principale di Ebrei 4 è quello di sottolineare il riposo di grazia del credente. Il punto principale di Ebrei 3:7 e 4:11 è che i cristiani ebrei perseverino nella fede e non cadano nell'incredulità e nella disobbedienza come i loro antenati. Ma il riferimento al Sabato in Ebrei 4 non è modello del riposo in Cristo, bensì un’illustrazione di quel riposo. Un'ombra o un modello suggerisce un adempimento da parte di Gesù che passa. Ad esempio, quando Cristo morì come agnello sacrificale e la cortina del tempio fu strappata da cima a fondo, ciò significò la fine del sistema sacrificale. Non sacrifichiamo più agnelli perché Gesù ha adempiuto il modello che indicava la croce. I Dieci Comandamenti non fanno parte dei modelli o delle cerimonie stabilite da Dio per indicare agli israeliti l'imminente sacrificio di Gesù. La legge morale di Dio è eterna e non passa (Salmo 119:160). Presentare il Sabato come un fatto esclusivamente ebraico è un tentativo tipico di strappare il quarto comandamento dalla legge di Dio e di metterlo da parte. Viene presentato come un fardello che deve essere tolto da Gesù. Ma Dio non ha mai creato il Sabato come un peso. Chiamare il Sabato un peso è una storpiatura. Il Sabato non è solo per gli ebrei, ma è una benedizione istituita alla creazione per tutta l'umanità prima ancora che il peccato entrasse nel nostro pianeta. Anche la descrizione dell'Antico Testamento della vera osservanza del Sabato è un'immagine di libertà, riposo e gioia. Isaia 58:13 e 14 ci dice che l'osservanza del sabato comporta una benedizione molto speciale: “Se tu trattieni il piede dal violare il sabato, dal fare i tuoi affari nel mio santo giorno, se chiami il sabato delizia, il giorno santo dell'Eterno, degno di onore, se lo onori astenendoti dai tuoi viaggi, dallo sbrigare i tuoi affari e dal parlare dei tuoi problemi, allora troverai il tuo diletto nell'Eterno, e io ti farò cavalcare sulle alture della terra e ti darò da mangiare l'eredità di Giacobbe tuo padre, poiché la bocca dell'Eterno ha parlato”. Quando un credente osserva il Sabato, riconosce l'opera di salvezza di Cristo e cessa di compiere le proprie opere. “Parla anche ai figli d'Israele, dicendo: Badate bene di osservare i miei sabati, perché è un segno fra me e voi per tutte le vostre generazioni, affinché conosciate che io sono l'Eterno che vi santifica.” (Esodo 31:13). Il Sabato è un segno che Dio ci salva. Non possiamo salvarci da soli. Il vero segno della salvezza per fede si trova nel Sabato. Il segno della salvezza per opere si troverà in un Sabato sostitutivo messo in atto dagli uomini. Quando le persone decidono di mettere da parte la legge di Dio e di osservare un giorno a loro scelta, non riposano veramente nella grazia, ma cercano di salvarsi con le proprie opere. Non c'è modo migliore per riconoscere una religione così ingannevole che un sabato falso o spurio. Si tratta di scegliere la mia via o quella di Dio. Ebrei 4 mostra che gli israeliti, durante il periodo dell'esodo, avrebbero potuto trovare il riposo spirituale della grazia se avessero esercitato la fede in Dio. Il sistema sacrificale indicava loro il Vangelo. Così anche il popolo al tempo di Giosuè avrebbe potuto sperimentare il riposo nella grazia, come anche gli israeliti al tempo di Davide. La promessa di sperimentare la grazia di Dio è ancora disponibile per noi, ma arriverà solo esercitando la fede in Gesù. Tale fede si manifesterà nell'obbedienza a tutta la legge di Dio (Giovanni 14:15), non nel seguire le tradizioni degli uomini che ci dicono di mettere da parte il quarto comandamento. Fonte: https://www.sabbathtruth.com |
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