I Riformatori avevano costantemente accusato la Chiesa Cattolica di apostasia, in quanto aveva abbandonato la verità, così come contenuta nella parola scritta. " La parola scritta," "La Bibbia e solo la Bibbia ," "Così disse il Signore," queste erano le loro costanti parole d'ordine; e "La Scrittura, come nella parola scritta, l'unico riferimento a cui far appello," questa era il programma enunciato dalla Riforma e dal Protestantesimo "La Scrittura e la tradizione." "La Bibbia come interpretata dalla Chiesa e in base al consenso unanime del Padre", questa era la posizione e la rivendicazione della Chiesa Cattolica. Questo fu il tema principale del Concilio di Trento, che era stato chiamato, sotto l’attenzione di tutta l’Europa, ad esaminare in particolar modo le questioni sollevate dai Riformatori. Il primo quesito riguardante la fede, esaminato dal Concilio fu proprio relativo a questo argomento. C'era un gruppo forte in seno ai Cattolici all'interno del Concilio, che era favorevole ad abbandonare la tradizione e adottare le sole Scritture, come principio di autorità della fede. Questa posizione era stata così fortemente sostenuta durante i dibattiti del Concilio, che i legati pontifici scrissero, riportando al Papa, che “c'era una forte tendenza a mettere completamente da parte la tradizione e rendere la Scrittura l'unica fonte di Rivelazione." Ma per arrivare a tutto ciò, sarebbe stato necessario chiaramente un lungo percorso per poter affermare le rivendicazioni dei Protestanti. Da questa crisi venne elaborato dal gruppo ultra-cattolico all’interno del Concilio, l’obiettivo di convincere gli altri che "Scrittura e tradizione" costituivano l'unico riferimento su cui poggiare la fede. Solo se questo fosse accaduto, il Concilio avrebbe potuto emettere un decreto di condanna della Riforma, altrimenti no. La questione venne discussa giorno dopo giorno, fino a quando il Concilio si arenò ad un punto morto. L’arcivescovo di Reggio Alla fine, dopo un lungo e intenso logorio, l'Arcivescovo di Reggio si recò al Concilio argomentando contro la parte sostenitrice della sola Scrittura: "I protestanti affermano di basarsi sulla sola parola scritta. Essi considerano la sola Scrittura come fonte di rivelazione. Giustificano la loro rivolta con il motivo che la Chiesa ha commesso apostasia allontanandosi dalla parola scritta e seguendo la tradizione. Ora l’affermazione dei Protestanti, che si basano solo sulla parola scritta, non è vera. La loro dichiarazione di considerare solo la Scrittura come riferimento di fede, è falsa. DIMOSTRAZIONE: La parola scritta indica esplicitamente l'osservanza del settimo giorno come il sabato. Essi non solo non osservano il settimo giorno, ma lo rifiutano. Se veramente considerassero la sola Scrittura come loro fonte, dovrebbero rispettare il settimo giorno, così come previsto nella Scrittura. Eppure non solo respingono l'osservanza del sabato, ma hanno adottato e praticano l'osservanza della domenica, riferendosi in questo modo alla tradizione della Chiesa. Di conseguenza, la rivendicazione della 'sola Scrittura come fonte,' viene meno, la dottrina della 'Scrittura e tradizione' viene pienamente affermata come essenziale, e gli stessi Protestanti ne sono i giudici." Non c'era modo di aggirare questo, visto che la dichiarazione di fede propria dei Protestanti -- la Confessione di Augusta, del 1530 -- aveva chiaramente ammesso che "l'osservanza del giorno del Signore" era stato stabilita dalla sola "Chiesa". L'argomentazione venne accolta nel Concilio solo come forma d’ Ispirazione; il gruppo per " la sola Scrittura", si arrese, e il Concilio condannò all'unanimità il Protestantesimo e tutta la Riforma come un’ingiustificata ribellione contro la comunità e l’autorità della Chiesa Cattolica; il giorno 8 aprile del 1546, il Concilio emanò due decreti, il primo dei quali stabilisce, sotto clausola di anatema, che la Scrittura e la tradizione devono essere ricevuti e venerati nella stessa misura e che i libri Deuterocanonici [apocrifi] dell’Antico testamento fanno parte del canone della Scrittura. ... L’incoerenza porta alla sconfitta In questo modo l'incoerenza tra la pratica e il credo Protestante fornì alla Chiesa Cattolica il suo tanto ricercato e lungamente atteso fondamento per poter condannare il Protestantesimo e l'intero movimento di Riforma come un’ egoistica ed ambiziosa forma di ribellione contro l'autorità della chiesa. E in questa controversia vitale, la chiave, l'espressione principale e culminante dell'incoerenza protestante, stava nel rifiuto del Sabato del Signore, il settimo giorno, sancito nelle Sacre Scritture, e l'adozione e l'osservanza della domenica come imposto dalla Chiesa Cattolica. https://www.sabbathtruth.com/sabbath-history/the-council-of-trent/fbclid/iwar0l4olvcjdhquueto0lsaezwgpx0umw8dp74w4ghbc9qg7rpxqztux7xau
2 Commenti
2/24/2022 09:59:22 am
I Protestanti ,a mio parere hanno sbagliato,nella Bibbia c'è scritto che il giorno del riposo è sabato.Quindi non potevano cambiare a loro piacimento.
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Re dei re tv
3/7/2022 03:14:58 pm
Hai pienamente ragione Nora. Sono stati incoerenti con il loro motto Sola Scriptura.
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