Preoccupazione e ansia sono entrambe troppo comuni nelle nostre imprevedibili vite piene di stress e frenesia. Per qualcuno l’ansia non insorge frequentemente; per altri è una compagna costante e distruttiva. La maggior parte di noi si trova da qualche parte nel mezzo. Ma Dio desidera qualcosa di meglio per noi. Puoi far tue queste promesse incoraggianti che arrivano dal nostro Padre celeste. 1. Non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento. E la pace di Dio, che sopravanza ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. (Filippesi 4:6,7). Dio ti invita a venire a Lui con tutte le tue preoccupazioni e bisogni; desidera aiutarti a trovare le soluzioni positive ai tuoi problemi. 2. Io vi lascio la pace, vi do la mia pace; io ve la do, non come la dà il mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi. (Giovanni 14:27). La pace che Dio ti offre non è ordinaria ma è una pace potente che lavora per eclissare le tue paure e la tua ansia. 3. Confida nell'Eterno con tutto il tuo cuore e non appoggiarti sul tuo intendimento; riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli raddrizzerà i tuoi sentieri. (Proverbi 3:5,6). Se sei in ansia per delle scelte che devi fare, riponi la tua intera fede nel Dio della tua vita e Lui ti guiderà nella giusta direzione. 4. Getta sull'Eterno il tuo peso, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli. (Salmo 55:22). Dio desidera che ti appoggi a Lui per avere supporto; Lui porterà il tuo peso e ti impedirà di scivolare. 5. E la pace di Dio, alla quale siete stati chiamati in un sol corpo, regni nei vostri cuori; e siate riconoscenti.(Colossesi 3:15). Dio allontanerà i tuoi pensieri ansiosi e riempirà il tuo cuore di pace quando ti focalizzerai su di Lui. 6. In pace mi coricherò e in pace dormirò, poiché tu solo, o Eterno, mi fai dimorare al sicuro. (Salmo 4:8) La mancanza di un riposo corretto può solo aumentare l’ansia; confida i tuoi problemi al Signore e vai a dormire sapendo che Lui sta vegliando su di te. 7. Non temere, perché io sono con te, non smarrirti, perché io sono il tuo DIO. Io ti fortifico e anche ti aiuto e ti sostengo con la destra della mia giustizia. (Isaia 41:10) E’ ottimale lasciare tutte le tue paure e preoccupazioni nelle mani capaci di Dio, sapendo che Lui è al tuo fianco, che ti sostiene e ti fornisce l’aiuto e la forza di cui necessiti ogni giorno. 8. Ora il mio Dio supplirà ad ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze in gloria, in Cristo Gesù. (Filippesi 4:19) Preoccuparsi dei bisogni materiali è uno spreco di energie; l’intero universo appartiene al nostro Dio potente e Lui si prenderà cura di te – il Suo figlio/a prezioso/a! Afferra la solida rassicurazione della Parola di Dio e sappi che Lui sarà proprio al tuo fianco in qualsiasi circostanza in cui ti puoi trovare nella vita. Fonte: https://www.amazingfacts.org/news-and-features/news/item/id/13093/t/8-powerful-bible-verses-to-ease-your-anxiety
1 Commento
La Bibbia è, per eccellenza, il libro più influente in Occidente. Per quanto una persona sia secolarizzata, si confronta sempre con elementi estratti dalle pagine del libro sacro dei cristiani e degli ebrei. Una delle sue influenze più eclatanti riguarda il conteggio del tempo. La suddivisione del giorno in dodici ore, la settimana in sette giorni, e l'anno in dodici mesi sono misure di tempo che vengono registrate nelle pagine della Bibbia. Sono praticamente universali, perché solo poche culture, non molto conosciute, adottano misure di tempo diverse (e tra coloro che hanno adottato conteggi del tempo alternativi, come i rivoluzionari francesi del XVIII secolo e i sovietici nel XX secolo, c'è chi lo ha fatto per dimostrare un chiaro anticonformismo contro la famigerata influenza giudeo-cristiana della settimana di sette giorni nei calendari tradizionali). Nel caso della settimana, la durata di sette giorni è attribuita nella Bibbia al periodo impiegato da Dio per creare tutto ciò che esiste nel mondo. Nei primi sei giorni, il Creatore ha svolto il Suo lavoro creativo. Il settimo giorno, il sabato (dall’ebraico shabbath, "riposo", "pausa", "cessazione"), Dio ha concluso la settimana della creazione con un momento di riposo e di culto. In genere, i seguaci della Bibbia osservarono il sabato come un giorno speciale per il riposo religioso, durante il periodo della sua dispensazione (che si è conclusa alla fine del I secolo d.C.). In seguito, i pii ebrei, che rifiutarono la seconda parte della Bibbia, il Nuovo Testamento, continuarono ad avere il sabato come giorno di riposo, mentre la maggior parte dei cristiani gradualmente adottò il giorno successivo al sabato, che venne chiamato domenica (dal latino Dominus die, "giorno del Signore"), come il nuovo “sabato” cristiano. [1] Nel corso della storia cristiana, solo gruppi marginali continuarono ad osservare il giorno corrispondente allo shabbath ebraico. Per i cristiani sabbatisti, il sabato corrisponde al giorno stabilito da Dio alla fine della settimana della creazione, e il suo precetto trascende le disposizioni della legge mosaica riguardanti il tempio e le cerimonie dell'economia ebraica. Per i cristiani che osservano la domenica, la giustificazione per il cambiamento del giorno di culto varia, ma in generale è associata alla risurrezione di Cristo o alla tradizione della chiesa cristiana. Alcuni cristiani osservanti della domenica, tuttavia, presentano un altro motivo per non adempiere il riposo settimanale al sabato, come indica la Bibbia. Secondo loro, durante i millenni dalla settimana della creazione e dalla proclamazione dei Dieci Comandamenti sul Monte Sinai, il conteggio dei giorni della settimana sarebbe stato molto probabilmente perso. Pertanto, la conclusione che hanno raggiunto è che il giorno che conosciamo come sabato potrebbe non essere il giorno corrispondente al settimo giorno della settimana della creazione. In questo modo, la celebrazione cristiana della domenica sarebbe giustificata dalla tradizione, poiché sarebbe impossibile recuperare il vero settimo giorno del ciclo originale. Ma l'argomento ha valore? Ci sono prove che attestano un'interruzione della storia nel calcolo della settimana? È possibile garantire che il ciclo settimanale sia stato registrato ininterrottamente dalla creazione del mondo? Per comprendere questo argomento, dobbiamo prima sapere come il ciclo settimanale avrebbe potuto perdersi, se ciò fosse accaduto. Alla fin fine, una persona che vive isolata, disattenta, può non ricordare in che giorno della settimana si trova. Tuttavia, se si forza un po' la memoria, è possibile recuperare un evento che si è verificato in un giorno specifico della settimana e contare i giorni successivi fino a raggiungere il giorno corrente. E questo è sicuramente possibile se alcuni eventi si verificano in giorni specifici del ciclo settimanale. Nonostante sia finzione, la storia di Robinson Crusoe illustra sulla base di considerazioni ragionevoli quanto sia improbabile questa supposizione. Dopo 25 anni persi in un’isola deserta, il marinaio del romanzo sapeva esattamente il giorno della settimana in cui salvò un selvaggio dalla gola dei cannibali, al punto da nominarlo "Venerdì". Sarebbe possibile per una persona in completo isolamento sociale mantenere integro il numero di cicli settimanali per decenni? Non è irragionevole presumere di sì, fintanto che la persona si proponga di non perdere il conteggio del tempo e non sia così incolta da non avere nozioni di basi del calendario. Nel romanzo, l'eroe Crusoe ci è riuscito. Ma non stiamo prendendo in considerazione l’eventualità che un’unica persona perda il conteggio del tempo, già di per sé difficile, ma che un’intera cultura perda il riferimento della settimana. Crediamo che sia abbastanza improbabile per un popolo alfabetizzato perdere il conteggio del ciclo settimanale. Inoltre, se un giorno specifico della settimana ha un significato culturale e impone una interruzione della consuetudine, si può azzardare e sostenere che è impossibile per un'intera nazione perdere il conto dei giorni della settimana. Per affermare che la settimana originale sia stata persa ad un certo punto della storia, è necessario dimostrare che il popolo ebraico, da cui abbiamo ereditato la settimana, per qualche tempo abbia smesso, collettivamente, di registrare le date in un calendario. Affinché ciò avvenga, si deve concludere che la storia ebraica ha vissuto, a lungo, un intervallo culturale, in cui la stragrande maggioranza della popolazione era analfabeta, con apostasia religiosa diffusa, al punto che l’osservanza del sabato è stata completamente abbandonata. Questa apostasia avrebbe dovuto addirittura interrompere per qualche tempo il funzionamento del santuario israelita. Dopo tutto, c'erano rituali specifici per il sabato, nuove lune e altre date commemorative. Pertanto, solo se ci fosse stata una completa interruzione delle attività del santuario, si potrebbe considerare verosimile la perdita del conteggio del ciclo settimanale da parte del popolo ebraico (questo, considerando che nessun'altra civiltà del tempo usasse la settimana di sette giorni, fatto abbastanza difficile da dimostrare, dal momento che diversi popoli non correlati agli ebrei hanno usato una settimana di sette giorni e il loro settimo giorno era il sabato). [2] Non ci sono abbastanza documenti nella Bibbia o nella Storia per verificare una perfetta continuità del conteggio settimanale dalla creazione del mondo alla proclamazione del Decalogo. Pur non avendo informazioni rispetto alla settimana, sappiamo dalla Bibbia che nelle epoche più antiche dell'umanità, il conteggio del tempo era abbastanza importante. La Genesi riporta resoconti dettagliati della vita di tutti i suoi personaggi principali. Le cronologie bibliche di quel periodo sommano le epoche di ogni generazione e tentano di conciliarle con eventi contemporanei segnati dalla storia secolare. Se gli anni sono stati contati e registrati con tanta attenzione, al punto che Mosè, l'autore della Genesi, conosceva le età precise di ciascuno dei suoi antenati, non c'è modo di immaginare che ci sia stata una perdita di riferimento a periodi di tempo più brevi, come la settimana, prima di Mosè. Mentre Mosè si impegna a liberare gli ebrei dalla schiavitù, risveglia tra il popolo del Signore (Esodo 5:4) il rispetto per il sabato. Dopo l'esodo dall'Egitto, la data del sabato è confermata in modo soprannaturale dalla doppia porzione di manna il giorno della preparazione del sabato, e in assenza del miracolo, al sabato (Esodo 16). Il fenomeno si è ripetuto per quarant'anni, confermando la volontà di Dio rispetto al settimo giorno. Il testo dei Dieci Comandamenti collega il sabato al settimo giorno della settimana della creazione (Esodo 20:8-11). Dio ripristina l'osservanza del sabato indicando il giorno corrispondente al settimo giorno della settimana della creazione. Pertanto, durante la magistratura mosaica, il giorno corrispondente al settimo giorno della settimana della creazione è stato onorato in modo speciale. Ma il periodo tra la conquista di Canaan e l'avvento della monarchia unita è il meno definito della cronologia biblica. L'età semi-anarchica dei giudici è un sassolino nella scarpa di chi vuole datare gli eventi biblici predavidici. Furono anni in cui si è ripetuto il ciclo dell'apostasia nazionale, dell'oppressione e della restaurazione. Poiché il calendario ebraico era regolato da feste religiose, tra cui il sabato, si deve supporre che, durante i tempi dell'apostasia, le date, forse, non fossero contrassegnate con tale precisione. Apparentemente, in assenza di un governo centrale e di un tempio fisso, le celebrazioni religiose potrebbero non aver avuto molto seguito in periodi di diffusa apostasia, e quindi il conteggio dei tempi è stato perso. Sarebbe possibile? È abbastanza difficile che il conteggio dei tempi si sia perso durante gli eventi riportati nel libro dei Giudici. In primo luogo perché gli Israeliti erano generalmente alfabetizzati. La prova biblica di questo si trova in Giudici 8:14. Nel versetto, un ragazzo (o schiavo) scrive diversi nomi per il giudice Gedeone. Vale a dire, se anche un servitore ignorante è stato in grado di scrivere, molto probabilmente gran parte del resto del popolo e soprattutto le classi sacerdotali responsabili della trasmissione della Torah erano alfabetizzati. I reperti archeologici indicano che l'alfabetizzazione non era rara in Oriente alla fine dell'età del bronzo. L'esempio migliore è il Calendario di Gézer, che, a quanto pare, è stato scritto da un bambino come esercizio scolastico nel XI secolo a.C. Le evidenze di un'alfabetizzazione diffusa durante il periodo dei giudici diminuiscono le probabilità che il conteggio dei tempi fosse stato perso. Bisogna inoltre capire che, anche se non c'era un tempio, il tabernacolo trasportabile di Silo rimase attivo per tutto il periodo dei giudici. In Giudici 21:19, leggiamo che il pellegrinaggio annuale al santuario avveniva persino durante un periodo turbolento di guerra civile. La citazione fa parte del racconto di un'occasione in cui il popolo praticava l'idolatria. Infatti, il libro dei Giudici registra che il culto degli dei pagani coesisteva con il culto di Yahweh (vedi Giudici 6, 18:14-31, e successivi). Pertanto, è difficile dire che, anche con l'apostasia, l’osservanza del sabato potrebbe essere stata completamente sospesa al punto che il ciclo settimanale sia stato perso. Il problema che persiste è l'affermazione che, durante i periodi di dominazione straniera nella terra di Canaan, il rituale del santuario sarebbe stato disabilitato. Per dimostrare che questo sia accaduto, sarebbe necessario trovare, nelle cronologie dei giudici registrate nella Bibbia, lacune di tempo. Tuttavia, non è questo il caso. La difficoltà di calcolare il periodo dei giudici esiste principalmente a causa della sovrapposizione delle date tra i diversi giudici, poiché alcuni hanno agito come giudici locali contemporaneamente ad altri giudici. Per esempio, è del tutto possibile che i primi anni dei quaranta del sacerdozio di Eli fossero simultanei ai vent'anni del giudice di Sansone. [3] Anche se il computo del tempo fosse stato perso nell'era dei giudici, il fatto stesso che i profeti, ispirati da Dio, in seguito si appellarono per una riforma del giorno speciale di culto a Dio, porterebbe a credere che il giorno perduto sarebbe stato recuperato dall'intervento divino. Tuttavia, i fattori umani possono aver perfettamente mantenuto invariato il ciclo settimanale tra la caduta miracolosa della manna nel deserto e le successive manifestazioni profetiche. Ogni lettore della Bibbia si rende conto che la cronologia degli eventi biblici è piuttosto complessa. Gli antichi ebrei erano legati alle genealogie e registravano gli anni di ogni generazione. Gli anni furono contati a partire dai regni dei re o dalla data dell'Esodo. Nel 1943, il teologo Edwin Thiele espose una tesi di dottorato in Archeologia presso l'Università di Chicago. Egli escogitò la migliore soluzione esistente per le cronologie dei re d'Israele e di Giuda. Lo studio si trova nel libro The Mysterious Numbers of Hebrew Kings, pubblicato da Zondervan. Da questo studio, gli interpreti della Bibbia sanno come datare in modo molto accurato gli eventi registrati a partire dal regno di Davide. Difficilmente questa possibile perdita collettiva del conteggio settimanale si sarebbe verificata durante o dopo il regno di Davide. L'organizzazione approfondita del servizio di sacerdozio istituito da Davide e registrato negli ultimi capitoli di 1 Cronache e il continuo funzionamento del tempio costruito da Salomone, sono circostanze che diminuiscono le possibilità di una mancanza di registro del tempo. Né si può dire che ci siano stati periodi senza registro di tempo fino all'esilio. Persino durante il regno della malvagia Atalia, il sabato era conosciuto e segnato come il giorno di chiusura del ciclo settimanale (2 Re 11:5-9). C'è stato un tentativo di screditare le celebrazioni sabbatiche durante il regno dell'apostata Acab (2 Re 16:18). Ma dobbiamo ricordare che il profeta Isaia era attivo durante il regno di questo re (Isaia 1:1; 7:1, 2; 14:28) e Isaia era un ardente difensore dell’osservanza corretta del sabato (Isaia 1:13; 56:2, 4, 6; 58:13; 66:23). Alla fin fine, un'osservanza ipocrita del sabato fu considerata una delle cause della rovina spirituale di Giuda (Isaia 1:13, 2 Cronache 36:21). E, affinché i profeti, come Geremia, riconoscessero la mancanza di rispetto popolare per il giorno del Signore (Geremia 17), era necessario che il giorno del Signore fosse conosciuto. Durante l'esilio, il profeta e sacerdote Ezechiele si è distinto come riformatore del sabato, dopo aver registrato quindici richiami al sabato nel suo libro (Ezechiele 20:12, 13, 16, 20, 21, 24; 22:8, 26; 23:38; 44:24; 45:17; 46:1, 3, 4, 12). Ad Ezechiele è attribuita la creazione di sinagoghe, istituzioni che promuovono l’osservanza del sabato tra il popolo ebraico fino ad oggi. La pratica del riposo sabbatico è presa molto più seriamente dopo l'esilio (vedi Neemia 9, 10 e 13; 1 Maccabei 2:32-41; 2 Maccabei 5:25; 6:11, ecc.). Ai tempi di Cristo, i vangeli e il libro degli Atti registrano che il sabato era ben definito tra gli ebrei e i primi cristiani. Pertanto, non si può affermare che il popolo ebraico abbia perso il riferimento al sabato durante i mille anni tra il regno di Davide e la composizione del Nuovo Testamento. Dopo la distruzione del secondo tempio, la pratica e l'uso di diversi calendari tra gli ebrei sparsi in vari paesi del mondo indicherebbe facilmente se un gruppo tra loro avesse in qualche modo perso il conteggio della settimana. Pertanto, si può essere abbastanza sicuri che il sabato definito nel calendario gregoriano nel 2015 corrisponde allo stesso settimo giorno di un ciclo settimanale ininterrotto dai tempi biblici; lo stesso giorno che i profeti Neemia, Geremia, Ezechiele e Isaia appellavano, per ispirazione divina, affinché il popolo santificasse e interrompesse il lavoro; lo stesso giorno del ciclo settimanale che regolava i turni sacerdotali ai tempi di Davide; e a sua volta lo stesso giorno che gli ebrei rispettavano nel deserto astenendosi dal raccolto della manna; e innegabilmente lo stesso giorno della settimana in cui il Creatore Dio separò per il riposo dopo i sei giorni in cui era impegnato nella creazione del mondo. 1. Per maggiori dettagli riguardo a questo cambiamento del giorno di culto si veda:: Bacchiocchi, S., From Sabbath to Sunday – A historical investigation of the rise of Sunday observance in Early Christianity, Roma: The Pontifical Gregorian University Press, 1977; Carson, D. A. Do Shabbath para o Dia do Senhor, São Paulo: Cultura Cristã, 2006; Dourado, A. R. Pausa Semanal, Domingo? ou Sábado? – Na Bíblia e na História, Niterói: Ados, 2010. Andrews, J. N.; Conradi, L. History of the Sabbath and First Day of the Week, Washington, DC. Review and Herald, 1912. 2. Interessanti approfondimenti sul sabato come settimo giorno della settimana in vari popoli si trovano in: Stein Júnior, Guilherme, Sábado ou o Repouso do Sétimo Dia, Brasília: Sociedade Criacionista Brasileira, 1995. 3. Esempi di date storicamente definite nella cronologia biblica. Si noti che, nell'era dei giudici, si registra una sovrapposizione di date, fatto che rende diffiile la definizione di date precise, molto probabilmente perché la magistratura di alcuni giudici fu simultanea (fontes: Nichol, Francis, Comentário Bíblico Adventista do Sétimo Dia, Tatuí: Casa Publicadora Brasileira, 2011-2014, v. 1-7; Thiele, Edwin, The Mysterious Numbers of the Hebrew Kings, Grand Rapids: Zondervan, 1983. https://www.michelsonborges.com/ http://www.criacionismo.com.br/2015/09/o-ciclo-semanal-se-perdeu-ao-longo-da.html Fernando Dias è un teologo e redattore associato di Casa Publicadora Brasileira Traduzione a cura di Grazia Maria Nunes Fernandes |
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